Il Mare di Enea (2021 – on going)L’operazione che costituisce l’istallazione “Il mare di Enea” parte dalla necessità di accostare due realtà ben distinte, creando un incontro fortuito, casuale, innescando un cortocircuito di senso. Partendo da una messa in scena all’interno di uno spazio – la grotta – che divine archetipo della creazione di immagini e linguaggi, si inserisce il carattere magico e spirituale della luce, posta al centro, quasi ad indicare un focolare. Essa fa riferimento alla cultura e all’iconografia popolare, in particolare quella salentina, attraverso l’impiego di una luminaria.
La ricerca prende il nome da un’insenatura situata a Porto Badisco (Puglia) descritta nell’Eneide come il luogo in cui l’eroe virgiliano sia approdato per la prima volta in Italia. Attraverso una commistione di miti, racconti popolari e leggende, Il mare di Enea diviene un luogo immaginario, protagonista di incontri e scambi tra identità e culture differenti. La grotta è il luogo della rappresentazione, un teatro delle ombre ante litteram, attraverso il quale i nostri predecessori hanno sperimentato un’esperienza di visione multisensoriale. La grotta è, dunque, uno spazio magico all’interno del quale apparizioni di mondi immaginari avvengono; è il luogo in cui il buio regna sulla luce che, a sua volta, rimodula le superfici delle pareti rocciose. La magia delle pitture rupestri viene liberata attraverso un simbolo di carattere popolare, richiamando il fenomeno neurologico dei fosfeni, dichiarati da studiosi letture per comprendere meglio le forme di alcune pitture rupestri ritrovate nella penisola salentina. (soon in English) |